Canzone in LIS

In occasione dell’evento “Maggio, teatro e musica" in Verona, tenutosi a Maggio, Stella Grasso, bambina udente dai genitori sordi, ha partecipato prima al teatro Camploy poi nel Palazzo della Gran Guardia per uno spettacolo teatrale dal titolo “Elmer, l’elefante variopinto”.
Stella ha insegnato ai suoi compagni delle classi prima, seconda terza e quarta, la lingua dei segni italiana.
Ecco il video della graziosa bambina.

Intervista a Tomaso Binga

Bianca Mena

Il suo è un nome maschile per testimoniare la sua opposizione ad un mondo prevalentemente maschile. Il suo nome è frutto di una modifica … a Tommaso ha tolto una “costola” per renderlo più sonoro e Binga, poi, proviane da Bianca.

Con la sua poesia, che si chiama poesia sonora, tratta argomenti sociali e di denuncia.

Può così parlare di tutto, non ci sono argomenti di cui “non” si può trattare.

Per quanto riguarda la lingua dei segni, questo è un mondo che ha conosciuto solo ora.

Non capisce un H di quello che segnano, ma è comunque affascinata da questa lingua che, a suo modo, come la poesia sonora, ha una sua musicalità.

Infatti la poesia di cui si occupa Tomaso è ricca di omografie. Se tradotte in lingua dei segni si perde delle sue poesia la "rima" ma queste acquistano maggiore estetica.

Fa chiaro riferimento dicendo questo alla “poesia muta” di Lucia Daniele e Laura Di Gioia (sorde) che mostrano il ritmo della poesia segnando.

Il consiglio che da a tutti gli studenti dell’unical è di leggere molto e di condividere le esperienze come quella di vis musicae che arricchiscono la mente e la vita.


Tommaso Binga docet

PENSIERO E PAROLA...

Ormai alla fine della manifestazione ribadiamo alcuni concetti importanti, e lo scopo dell'evento stesso...ho trovato un articolo in grado di darci qualche utile spiegazione...


“Non vi sono mai due persone che non si capiscono; vi sono solo due persone che non hanno discusso”
Proverbio africano

"Quando una persona parla rivela la propria padronanza nell’articolazione dei suoni più o meno complessi ma anche, e soprattutto, la capacità di formulare pensieri e opinioni circa ciò che la circonda o ciò che vive in prima persona in quanto essere capace di provare sensazioni, sentimenti ed emozioni.
Da questo facilmente può derivarne la convinzione che la parola è garanzia di pensiero ed insieme sua prima ed unica espressione; l’espressione vocale viene così a coincidere con ciò che viene espresso attraverso le parole, cosicché una difficoltà nel linguaggio (relativa, ad esempio, alla corretta articolazione delle parole) rivela, secondo tale logica, un ritardo cognitivo.
I Sordi, che affidano alle mani e agli occhi, più che alla bocca ed agli orecchi, il compito di veicolare messaggi, sono da sempre vittima di questo (fra i tanti) pregiudizio, il quale si manifesta già nelle modalità di educazione del bambino sordo; la scuola, infatti, così come emerso da un’indagine sulla storia personale riabilitativa dell’alunno sordo “globalmente non conosce la peculiarità dell’handicap uditivo che deriva da un deficit sensoriale e che non comporta a priori un ritardo cognitivo; (…) questo porta gli operatori scolastici ad accomunare handicap uditivo e handicap precognitivo e a considerare il bambino sordo come un bambino che inevitabilmente presenta turbe comportamentali”.
Il linguaggio è strumento privilegiato del pensiero, ma il pensiero senza linguaggio è possibile, cosicché, partire dall’assunto che linguaggio e pensiero sono interdipendenti e che i sordi prelinguistici, ritenuti a torto “privi di linguaggio”, sono di conseguenza portatori di un deficit cognitivo che ne limita l’acquisizione delle capacità di ragionare, di concettualizzare e di astrarre, comporta la convinzione errata che la mancata o inadeguata acquisizione di una lingua verbale implichi la “privazione del linguaggio”.
Seppure la competenza nella lingua parlata e scritta abbia effetti positivi sullo sviluppo del pensiero, l’abilità linguistica non produce, di per sé, alcun incremento delle capacità cognitive.
Esiste una relazione necessaria fra pensiero e linguaggio; non sarebbe infatti immaginabile un linguaggio senza pensiero che lo preceda, dal momento che un fenomeno e il suo significato precedono, nel tempo, i simboli che lo rappresentano. Il pensiero, pertanto, ha bisogno di rappresentazione e, quindi, di simboli, ma non necessariamente del sistema di simboli e di regole nella relazione costituita dal linguaggio verbale.
Dal momento in cui lo sviluppo del pensiero non è strettamente connesso alla presenza del linguaggio verbale, deve comunque essere ribadito che esso necessita di un “linguaggio”, che viene avviato da un dialogo e da una comunicazione; comunicazione che nei sordi assume le vesti del linguaggio del corpo e della mimica, e che si concretizza nella Lingua dei Segni Italiana."

I sordi si fanno strada nelle Istituzioni Europee

Durante le scorse elezioni Ádám Kósa, Presidente dell’Associazione dei
sordi ungheresi, ha conquistato un seggio al Parlamento Europeo. La
dimostrazione che la sordità non è più una barriera nel mondo
politico, è che sono state elette altre tre persone sorde, tutte
donne, in tre stati diversi dell’Unione Europea. La prima è Helga
Stevens (foto in alto), membro del Parlamento Belga, recentemente
rieletta. La Stevens è la candidata più popolare nel suo partito per
questa legislatura. Anche dalla Grecia arrivano segnali positivi.
Dimitra Arapoglu (foto a sinistra) è stata, infatti, eletta come
membro del Parlamento Greco. Infine, in Austria, Helene Jarmer (foto a
destra) ha vinto un seggio con il suo partito, i Verdi, per il
Parlamento del suo Paese. Questi esempi positivi non dovrebbero essere
solo eccezioni, ma la regola. Una fonte di ispirazione per tutti i
sordi europei che vogliono affacciarsi alla politica per essere utili
alle istituzioni dei loro Paesi.

Una nuova tecnica per per permettere ai sordi di "sentire" la musica

Londra - Shane Kerwin, laureato in Product design alla Brunel University inglese, ha realizzato un particolare altoparlante che permette alle persone affette da sordità di sentire la musica con le dita.
“Vibrato”, così si chiama il dispositivo, trasmette la vibrazione degli strumenti su cinque differenti pad: in questo modo le persone con problemi di udito possono rivivere - assicura Kerwin - la sensazione dell’ascolto musicale tramite il tatto.
Sebbene l’orecchio permetta a chi dispone dell’udito di distinguere suoni diversi, perché vi riescano le dita e il corpo c’è bisogno di un supporto in più. Le differenti vibrazioni trasmesse ai pad permettono di individuare le note, il ritmo e le combinazioni di queste. “Vibrato”, inoltre, permetterà di creare musica propria. Connettendo l’altoparlante al PC, si potrà utilizzare un software specifico per esplorare questo tipo di produzione musicale.
Shane Kerwin ha dichiarato di sperare che “Vibrato” possa avere un impatto positivo nelle scuole, stimolando i bambini con problemi di sordità ad usare gli stessi PC e software che utilizzano gli altri durante le lezioni di musica.
“Ci sono molte persone affette da sordità che si divertirebbero con la musica e le nuove tecnologie di produzione. Le sensazioni tattili prodotte da Vibrato possono aiutare in questa direzione. In fondo si tratta di un modo per far scoprire alle persone la bellezza del mondo della musica”, ha dichiarato Paul Whittaker, Direttore artistico presso Music and the Deaf, l’ente di carità britannico che si occupa di avvicinare alla musica le persone affette da disturbi dell’udito.

Rap visivo, quando il segno grida

La musica è fatta di suoni? Si. Solo di suoni? Chiaramente no. E cosa c’è di più? C’è tanto di più.
Innanzitutto c’è vita, perché è impensabile avere musica senza vita e, a mio avviso, anche il contrario. La musica è una traccia della vita, come lo è l’arte in generale e come lo sono molte altre cose o attività. La filosofia del linguaggio ci insegna che c’è una strettissima connessione fra biologia e significato: dove c’è vita c’è segno, l’uomo è immerso nel linguaggio e la significazione lo rende una persona. Anche l’arte si muove fra i significati: ci gioca, li intreccia, li porta con sé e la musica, specie quando prevede un testo scritto o recitato, tesse anch’essa dei sensi, mediante l’armonizzazione di trame strumentali e vocali nel tempo, o meglio, a tempo. Come sappiamo, nulla sfugge al tempo, figuriamoci la musica che addirittura lo scandisce : ci sono un ritmo, una cadenza , una dinamica, degli accenti. Tutto questo sta, diciamo così, all’interno di una logica del sonoro.
VIS MUSICAE sta trattando molti argomenti interessanti che lasciano spazio ad innumerevoli riflessioni e nel mio caso, mixando Rap e lingua dei segni, ne è scaturito un interessante quesito : può esistere un Rap visivo? Io credo di si. Ma può avvenire un passaggio dal piano dei suoni a quello delle immagini? Beh, una volta Keith Richards (chitarrista dei Rolling Stones) definì i musicisti come dei pittori che dipingono sulla tela del silenzio e questo mi apre non poco la fantasia. Ma come si “suona” la musica visiva? E perché ho parlato specificamente di Rap visivo? La musica visiva esiste già e si continua a sperimentarla, però, tra i vari generi musicali, la mia scelta è caduta proprio sul Rap alla luce della sua struttura, della sua essenza, che poggia su due elementi imprescindibili : Il testo e il ritmo. Non c’è Rap senza parola, ma questa deve essere proiettata sullo sfondo di un accompagnamento ritmico, in cui il tempo viene scandito generalmente in modo regolare e con poche variazioni dall’inizio alla fine di un brano. Ma quando un batterista suona, il ritmo lo percepiamo solo acusticamente? Se lo osserviamo, oltre ad ascoltarlo, direi di no. Il suo gesto porta ugualmente il tempo. Qui la tela non è il silenzio, è lo spazio. Basterebbe un movimento coordinato e regolare di braccia, di gambe o di corpo, capace magari di esprimere anche una certa intensità desiderata, per ottenere il nostro “ritmo visivo”. Il “vocalist” chiaramente userebbe la lingua dei segni per esprimere i contenuti delle sue liriche, per “cantare” i suoi testi, ma chiaramente andando a tempo, seguendo il ritmo dettato dal “batterista gestuale”, creando così una “linea melodica visiva” della canzone. Il tutto potrebbe poi diventare ancora più ricco e complesso con l’aggiunta di “strumenti musicali visivi”, cioè persone che armonizzino in funzione del ritmo visivo le loro “trame gestuali”, diverse da strumento a strumento, con variazioni regolari, capaci di marcare ulteriormente i passaggi da strofa a ritornello. ( Chiaramente questo è il succo dell’idea, perché il tema necessità di un’analisi più accurata)
Credo che i ragazzi sordi potrebbero trovare in questo “Rap visivo” la loro sacrosanta dimensione musicale, non solo per le ragioni tecniche e strutturali da me analizzate, ma anche per motivi socio-culturali: il Rap nasceva dalla condivisione di situazioni, problematiche, emozioni da parte di gente appartenente ad uno stesso status, una grande comunità che continuava a raccontare le sue storie in musica, in linea con la tradizione Jazz, Blues e Soul.
Questo genere musicale potrebbe quindi divenire ancor più dirompente, indossando oltre alle “vesti sonore” anche quelle meramente visive, regalando ad un gran numero di giovani la possibilità di condividere con enorme vitalità il loro grido. Perché il “Rap visivo” sarebbe certamente un grido e non un sordo lamento.

Dal Corriere della Sera: Vis Musicae 2009 per Tommaso Russo Cardona

Vis Musicae dedicata a Tommaso Russo Cardona

L'ottava edizione di Vis Musicae, rassegna interculturale e multilinguistica sulle arti della parola, sarà dedicata a Tommaso Russo, famoso ricercatore in filosofia del linguaggio presso l'Università della Calabria. Autore di numerosi articoli e saggi sulla Lingua dei Segni e di Le peripezie dell'ironia: Studio sul rovesciamento ironico di imminente pubblicazione.

IL SOGNO E LA POESIA..
La solitudine
il volto
e il sorriso
dirompono improvvisi
come bagliori di perla
e una musica bella
si accompagna leggera
al suono sordo
del silenzio cupo.
Nel buio appena rischiarato
scolpirai sul corpo affaticato
la danza seducente
di un attimo vissuto intensamente
e allora si lascia che i petali di rosa,
note ritmate di velluto chiaro,
raccontino alla luna
e al mondo intero
l'incanto della poesia,
un sogno che non vuol svanire via....

Live questa sera...

Questa sera un grandioso spettacolo infiammerà la serata di Vis Musicae: saremo di fronte alla quintessenza del mondo del freestyle, grazie agli ospiti d'eccezione che si esibiranno di fronte al pubblico di Villaggio Mancuso.
Di Kiave, Alien Dee e Praso si è già parlato in precedenza. Mi sembra, però, altrettanto doveroso spendere qualche riga per gli altri due ospiti della serata, due MC's di caratura elevatissima: Clementino e Hyst.

Clementino è, probabilmente, insieme al torinese Ensi, il re del freestyle italiano. Vincitore del "Tecniche perfette" nel 2004, secondo al "2The Beat" nel 2005 battuto da Ensi ma vendicatosi contro lo stesso nel successo del 2006, oltre a essere un vero intrattenitore per i numerosi fans che lo seguono nelle varie serate in tutta Italia, è uno dei più grandi personaggi presenti nello scenario italiano dell'improvvisazione in freestyle, sia in italiano che in napoletano. Non disdegna infatti il suo dialetto nemmeno nelle sue canzoni, come è spesso abitudine di molti MC's napoletani, mostrando poco interesse per le numerose critiche fatte da altri rapper per l'uso eccessivo del napoletano. Ciò che è unico di questo artista è il fatto che egli prende continua ispirazioni da altre forme d'arte per la propria musica, come il teatro e la canzone napoletana d'autore.
Il suo unico album prende vita nel 2006. Il titolo è "Napoli Manicomio" e vanta collaborazioni con diversi artisti come One Mic, Kiave, Chief, Mastafive e molti altri.
Sebbene la sua carriera discografica non sia molto ricca di produzioni, ciò che questo ragazzo di Nola, classe '82, continua a far vedere in ambito di freestyle è a dir poco notevole.

E altrettanto notevole è il curriculum di Hyst, al secolo Taiyo Yamanouchi, figlio dell'attore giapponese Hal Yamanouchi e fratello maggiore del rapper Jesto, con il quale ha dato vita, per l'appunto, al duo Hyst e Jesto. Egli è anche attore e showman, passioni di evidente derivazione paterna: ha infatti condotto il programma di Rai Tre "Tintoria", insieme a Carolina Marconi. Ha anche recitato nelle miniserie tv dedicate al maresciallo Ultimo, ha condotto la seconda e la terza serie di Tintoria ed ha recitato nel film "Questa notte è ancora nostra".
Come Hyst ha partecipato a diversi lavori discografici tra cui gli album de Gli Inquilini dal titolo Benvenuti nel paese dei mostri e Bentornati nel paese dei mostri
, per l'album d'esordio di Jesto, Il mio primo e ultimo disco e con gli Ira Funesta.


Il 2The Beat del 2006 è stato un grande scenario per Hyst: si classifica terzo nel deathmatch contro Kiave, Ensi e Rob e si consacra come uno dei migliori freestylers della scena italiana. Cos'altro dire: questa sera gli amanti dell'hip hop e non avranno davanti un panorama eccezionale; invito tutti a seguire l'evento con molta attenzione e........Hip Hop rulez!!!

La voce degli spettatori: Giuseppe Sanfratello

Non consoscevo vis musicae, ma adesso credo che verrò anche il prossimo anno.

ritengo che sia una rassegna molto interessante. sono molto contento perchè per me ha rappresentato un punto di incontro tra diverse espressioni artistiche appartenenti a culture diverse. se crediamo nel fatto che la condivisione e il confronto siano elementi che permettono di crescere e di arricchire la nostra conoscenza sulle cose e sul mondo, vis musicae è proprio il luogo adatto in cui diverse influenze musicali trovano una buona opportunità di dialogo.
Da studente di musicologia (università di Palermo) devo dire che la partecipazione a questa rassegna mi ha arricchito molto, specialmente perchè in questa occasione ho avuto la possibilità di riflettere sulla percezione del ritmo da parte anche di soggetti sordi, visto che proprio quest'anno vis musicae si concentra anche sulla lingua dei segni.
Ho avuto conferma di una cosa che ho sempre pensato, cioè che nonostante i sordi non possono avere una percezione dei suoni e del loro timbro, possono invece percepire la pressione del suono; l'esperimento che ha visto come protagonisti Alien Dee e Gabriele Caia testimonia questo fenomeno: il suono ha un "peso" che può essere percepito da ogni essere umano, udente o sordo.
Molto interessante l'aspetto del "ritmo visivo" ovvero della percezione del movimento e delle figurazioni ritmiche attraverso il referente corporeo o un possibile referente grafico presente all'interno di un sistema convenzonale che può essere il pentagramma (nel caso della musica), la linea nel caso della pittura, la forma plasmata nel caso della scultura.
Cosa posso aggiungere ancora?
Vis musicae è quel mare nel quale affluiscono diversi "torrenti culturali"..mi ha insegnato molto e mi ha ricordato che c'è ancora molto da imparare.

Intervista artista portoghese: PRASO

Ecco l'intervista che la redazione pone a Daniel Jones.


E' una manifestazione incredibile e davvero carina. E' davvero bellissimo questo mix tra sordi e udenti e , soprattutto tra musica per udenti e per sordi.
Sono qui perchè mi hanno contattato gli organizzatori, anche se non mi conoscevano. Infatti è la prima volta che lascio il portogallo. In portogallo io sono un rapper. Questo è uno degli elementi fondamentali dell'hip hop. Tutti gli "ingredienti" di questo genere sono 4: rapper, writer, dj e dancing. Ho scelto il rapper perchè mi piace la musica. Ma non ascolto un genere preciso, ma diversi. Infatti inizio la mia carriera mixando canzoni diverse e solo in un secondo momento inizio a creare le mie. Sono come tutti gli altri cantanti: prima penso le parole e poi metto su la musica.
Ecco la sua dedica alla redazione:

tres dias em italia
nao conhecia este chao
apenas a imaginaçao
me dava alguma sensaçao.
do que me esperava ?..nao.
apenas o que poderia conhecer
guardar , para nao mais esquecer
agradeço a "Tutti"
a simpatia e a oportunidade
de conhecer um sitio, bonito de verdade
espero cà voltar
e quado o digo
digo de verdade
e quando o sinto
sinto me à vontade

desde a janela
ao dono hotel
tudo sabe a mel
foi um prazer dar me aconhecer
e saberem que o meu nome é daniel

espero voltar um dia
reencontrar quem fica
e que nesse dia saiba dizer mais do que:
"Mi piacerebbe molto conoscere"
Mariangela e Enrica

Gracie
PRASO!

Giampiero Giamogante: una dedica per noi con l'ottava rima

I greci, gli italiani e i portoghesi.
Nella serata d’improvvisazione
fanno si che i versi loro siano compresi.
Con una nuova comunicazione.
Si abbattono frontiere tra i paesi.
Se devo proprio dare un opinione
è la serata più sperimentale.
Per rendere il linguaggio universale.
Donato De Acutis (artista dell'ottava rima)


In questo ambiente nobile e ospitale
nella Sila piccola alla cima
è ospitata nel senso originale
l'antica arte dell'ottava rima
di questi temp ciò a che cosa vale?
a questa cosa bisogna dare stima?
Io non lo so! Ma per quel che son capace
lo faccio e ti assicuro ciò mi piace.

Giampiero Giamogante

Contrasti in ottava rima...di cosa si tratta?

Tra le performance di oggi, nel programma di Vis Musicae troviamo quella di Donato De Acutis e Giampiero Giamogante con "POETAR CANTANDO" (contrasti in ottava rima)...per chi non ha la fortuna di seguire dal vivo la manifestazione penso sia utile capire un pò meglio di cosa si tratta!

"Il Contrasto é un tipo di duello verbale cantato, improvvisato, eseguito durante feste ed eventi. Diffusi oggi nelle regioni dell'Italia Centrale, in Toscana, Lazio e Abruzzo, i Contrasti vengono eseguiti da coppie di artisti, chiamati Poeti Bernescanti, o Poeti a Braccio, o anche Poeti in Ottava. Questi artisti sono in genere uomini, ma ci sono tra di loro anche alcune donne. Nel Contrasto i poeti attaccano e difendono, a turno, due personaggi o idee, tentando di dimostrare la superioritá dell'uno e inferioritá dell'altro. Le performance sono pubbliche, eseguite in genere durante eventi locali, incluse feste dell'Unitá o di Liberazione, e piu' raramente feste parrocchiali. I temi, cioé gli argomenti discussi, vengono scelti dal pubblico. In un Contrasto si puó discutere in pratica su qualsiasi cosa, sempre che si tratti di due concetti. Inoltre, se il pubblico non offre un tema, i poeti a volte si divertono semplicemente ad attaccarsi ed insultarsi tra di loro."

Questo vuole in genere la tradizione dei contrasti in ottava rima, questa sera certamente l'atmosfera seguirà lo stile e lo scopo di Vis Musicae...e a noi che non siamo li...non ci resta che aspettare che ci raccontino nei prossimi giorni le emozioni di questa serata!

Intervista agli artisti greci, autori di distici improvvisati

Il 24/07/2009 alle 20 e 30 vari artisti hanno presentato la loro "arte"

Un gruppo di questi, di origine greca (Le parole degli artisti greci) ci ha rilasciato un intervista.
Durante la serata, presi dal ritmo della musica, vari spettatori hanno dato il un ballo tipico greco.
Questo ballo inizia circolarmente e progressivamente aumenta di velocità.
La parte iniziale, quella lenta, si chiama SIGANOS; la seconda, quella veloce, si chiama PENTOSALIS.
Questo ballo, di coppia, ha origini rivoluzionarie, contro la dittatura turca. Simbolicamente prepara i guerrieri alla lotta. Infatti l'abbraccio, parte fondamentale del ballo, testimonia il sostegno reciproco.

Per quanto riguarda l'improvvisazione, gli artisti, sottolineano che fodamentale è la presenza del gruppo, che permette il movimento. Il ballo rappresetna simbolicamente degli alberi: prendere qualcosa dalla propria vita per darla agli altri.

Alla fine dell'intervista chiediamo ai tre artisti, e alla loro interprete (Maria Hnaraki), di scrivere una mandhinadas....eccola!!

PAREA KANEI STOGUALO TO KUMA ME TO BRACO

AC! POS EMEOUMHSA TH EUNTROFIA SOUNA CW

At the sea shore the wave is incompany with the rock .

Ah! How I desidered to be with you

Vicino al mare in compagnia di una roccia.

Ah come desidererei di essere con te

TREIS KOMENIES TNWRISAME STHILLA TH MARIA

EKEI POU AMOLAMBANAME TRIA MPURAKIA KPUA

Three girls we met at villa maria

As we were enjoying three cold beers

Abbiamo incontrato tre ragazze a Villa Maria

Mentre noi stavamo bevendo tre fredde birre

EA MENISSES EKATSEANE NA PIOUN AP TSI CUMOUE MAK

KAI HTANE PANEMOEFES KAIPHRANE TO NOU MAS

They like bees to drink from our juices

They were so beautiful, they took our mind

Loro ci ispirano come I fiori degli alberi con la loro dolcezza

Loro sono davvero carine e hanno catturato la nostra mente.


eukaristo

Thanks

Grazie


La poesia dedicata ai sordi

La professoressa Jole Romano ha scritto una bellissima poesia dedicata ai sordi, in essa si tende a risaltare l’importanza della loro lingua, la LIS, una lingua che come scritto nella poesia si esprime con le mani, e con le mani si esprimono pensieri , sentimenti ed emozioni!



Lisa Ingrid e Sofia…in rap…

Siamo 3. Grandi amiche !

Io, Lisa e Sofia.

Stiamo bene, in allegria !

Pane, Zucchero e Caffè.

Questa sì che è… poesia !

Ascoltiamo con le MANI

le parole degli Italiani.

Tu credi che scherziamo ?

Noi invece comunichiamo !

Gusti, idee e fantasie !

Voliamo in alto con le MANI

e atterriamo…piano…piano.

Accogliamo fra le dita

la parola preferita

e un bacio da lontano

spicca il volo dalla nostra mano

Se mi arrabbio, faccio un segno

che è comune anche a te !

Ma, se son felice e contento,

ora sì che mi tocco il mento !

DATTILOGIA. Alfabeto manuale ieri e oggi

Come già molte colleghe hanno reso noto, la dattilologia è la rappresentazione manuale delle lettere utilizzate nella scrittura. E' usata per scrivere nello spazio parole della lingua parlata o scritta.

A COSA SERVE? Essa viene utilizzata per comunicare nomi propri (geografici o di persona), nomi non conosciuti e parole di lingue estere.

E' da evidenziare che variano da paese a paese e si modificano nel tempo.In Italia era diffuso, fino a circa 20 anni fa, un alfabeto manuale noto anche agli udenti, mentre oggi i sordi italiani utilizzano un nuovo alfabeto manuale, molto simile all'alfabeto manuale internazionale. Questo viene sempre eseguito con una sola mano all'altezza del collo del segnante.

Vi mostro le differenze che ci sono tra entrambi gli alfabeti, del passato e quello odierno





PRIMA ERA COSì ......



















OGGI E' QUESTO





Note. (I poeti hanno le orecchie piegate in un verso)


“LA VOCE NON TRATTIENE CHE QUELLO CHE L’ORECCHIO NON SENTE”




"Ed era quasi una fanciulla,
emersa da quell'unica felice unione di canto e lira
e risplendette chiara attraverso i suoi veli primaverili
e si preparò un letto nel mio orecchio."
-Reiner Maria Rilke-





L' orecchio è l'organo del linguaggio verbale. Sostiene Tomatis: "Senza orecchio niente canto e niente linguaggio".

"Ogni individuo alla nascita ha la capacita' di sentire tutte le frequenze comprese tra i 20 hz e i 20 mila hz . sostiene Tomatis .. Inconsciamente, a poco a poco, inizia a filtrare i suoni che gli arrivano, a sviluppare la sua sensibilita' alle frequenze e ai ritmi della lingua materna e a bloccare la sua percezione alle altre frequenze".

Ogni lingua concentra i suoni principali in una zona di frequenze specifiche. Allo stesso modo variano anche i parametri legati al suono, come il ritmo e il tempo medio di emissione delle sillabe. Da queste differenze deriva secondoTomatis la difficolta' per un individuo di riconoscere e riprodurre perfettamente i suoni di una lingua diversa dalla sua.

Il modo in cui percepiamo i suoni è il modo in cui i suoni verranno successivamente emessi.
Nel caso dei cantanti con problemi di voce, il problema di avrà all'origine un problema minore d'ascolto.


Una volta tappate le orecchie al tenore
lasciò filtrare solo alcune frequenze.
Immediatamente la voce del cantante ruppe in rantolo:
una volta bloccate le frequenze
erano sparite dalla sua voce.

"Se modifichiamo l’ascolto, la voce cambia immediatamente e inconsciamente. Se l’ascolto si modifica, immediatamente e inconsciamente si modifica anche la voce."


"L’orecchio riceve la parola e quindi il linguaggio che è espressione vibratoria che integra, attraverso il corpo, tutto un corredo culturale, tutto un mondo che lo circonda e che il soggetto esplora anche con la vista, il tatto e le sensazioni cinestesiche del movimento ."






Note. (I poeti hanno le orecchie piegate in un verso)
"Van Gogh si è tagliato l'orecchio perché aveva esaurito gli autoritratti".
-Marchetti Antonio-



.

Diamoci un segno-nome!

Ho pensato che in virtù della manifestazione vismusicae09

anche noi potremmo attribuirci un “segno-nome”;

io avevo pensato a FARFALLA VERDE

perchè vorrei essere la rappresentazione di una farfalla,

libera di volare, di non avere confini e di godersi

ogni giorno come se fosse l'ultimo!

Altra ragione è che adoro il colore verde, il colore dei miei occhi

ed il colore appunto della farfalla che ho tatuato sul mio corpo!

Sarebbe carino se ognuno di noi continuasse a crearsi

il proprio segno nome e spiegarne la ragione

del perchè l'ha scelto...



Maria Laura

Praso & l'HIP HOP

Artista portoghese che parla inglese per fare la sua musica.

Collabora con lui sul palco Alien Dee ospite fisso di Vis Musicae.
Ecco quello che ci ha detto ieri sera...alla fine del concerto.


ENTUSIASTA DELLA MUSICA, SI GIRA A BRACCIO.
LANCIO QUESTE NOTE, FACCIO UN SALTO.
PREFERISCO MORIRE PIUTTOSTO CHE NASCERE DI NUOVO.
PREFERIVO MORIRE E RINASCIRE DI NUOVO.
LA VITA E' SOLO UN DRAMMA.
PREVERIVO MORIRE CHE NASCERE DI NUOVO.
SONO UN METRO E 36 DAL CIELO.
IL MIO PERCORSO E' NATURALE, VADO AVANTI.
SENTO IL MIO PANICO.
PREFERISCO MORIRE PIUTTOSTO CHE NASCERE DI NUOVO.
TENERE I PIEDI A TERRA.
E' LA FORZA E LA VOLONTA', NON LA VENDO.
SPEGNI QUESTA LUCE.
NASCERE DI NUOVO NON MI VA, PREFERISCO MORIRE.

PAROLE IN PIU' NON A CASO.
E' UN GIOCO SPORCO.
IL QUADRO E' GRIGIO.
VOI SAPETE MEGLIO DI ME, IO NON SO.
SOLO CONFIDO IN ME STESSO E NELLE MIE RADICI.
PAROLE LANCIATE COME BOMBE.
APRO GLI OCCHI E' UNA MENZOGNA.
IO SO CHI SPAVENTA E COSA, LIBERATI DALLA PAURA.
PUOI DIRE QUELLO CHE PENSI, CAMBIARE IL QUADRO, NON MI IMPORTA.

SE NON LO FATE VOI LO FACCIO DA SOLO.


Tommaso Binga docet

Due poesie in rima da Tommaso Binga...artista (DONNA) qui a vis musicae.


DIETA MESI 8 KG 68.
PRIMO GIORNO.
SEI OTTO.
TOLGO L'OLIO E IL BISCOTTO.
SEI OTTO, SEI OTTO, SEI OTTO.
SEI SETTE, TOLGO IL PANE QUELLO A FETTE.
SEI SETTE, SEI SETTE.
SEI SEI, SEI SEI.
TOLGO I SUGLI E I PUREI.
SEI SEI, SEI SEI.
SEI CINQUE, SEI CINQUE, SEI CINQUE, GIA' MI SENTO MENO PINGUE.
SEI CINQUE, SEI CINQUE, SEI CINQUE.
SEI QUATTRO, SEI QUATTRO, MI DEGUSTO SOLO UN PIATTO.
SEI QUATTRO, SEI QUATTRO.
LO RIDUCO A MEZZO PIATTO.
SEI QUATTRO, SEI QUATTRO, SEI TRE, SEI TRE, SEI TRE.
STAMATTINA SOLO UN TE'.
SEI TRE, SEI TRE, SEI DUE, SEI DUE.
MANGEREI PERFINO UN BUE.
SEI DUE, SEI DUE, SEI UNO, SEI UNO, SEI UNO, SEI 0, SEI ZERO, SEI ZERO MI PARE D'ESSERE COME ERO, SEI ZERO, SEI ZERO, SEI ZERO, CINQUE NOVE, CINQUE NOVE, CINQUE NOVE, CINQUE OTTO, CINQUE OTTO, MANGIO SOLO RISO COTTO, CINQUE OTTO, CINQUE NOVE, CINQUE NOVE, SEI ZERO, SEI ZERO, SEI ZERO, SEI UNO, SEI UNO, SEI UNO, SEI UNO, SEI DUE, SEI DUE, SEI DUE, SEI TRE, SEI TRE, MANGIO UN PICCOLO BIGNE', SEI TRE, SEI TRE, SEI TRE, SEI QUATTRO, SEI QUATTRO, ORA MI RADDOPPIO IL PIATTO, SEI QUATTRO, SEI QUATTRO, SEI CINQUE, SEI CINQUE, SEI SEI, SEI SEI, SEI SEI, SEI SETTE, SEI SETTE, SEI OTTO, SEI OTTO, SEI OTTO, GETTO AL CESSO IL RISO COTTO, SEI OTTO, SEI OTTO MANGIO IL BURRO E LO STRACOTTO, SEI OTTO, SEI OTTO E MI MANGIO ANCHE UN BISCOTTO.
SEI OTTO, SEI OTTO.
DIETA, MESI OTTO, DA KG 68 A KG 68.
SEI OTTO, SEI OTTO, SEI OTTO, SEI OTTO, SEI OTTO.

LA STORIA.
CHE COS'E' LA STORIA?
COME PORCI CON LA STORIA? RIA RIA RIA.
COME PORCI CON LA GLORIA? RIA RIA RIA.
COME PORCI O COME SORCI? COME SORCI, COME SORCI, COME SORCI.
O COME ORCI, COME ORCI, COME ORCI.
COME ORCI, O COME ORCHI, COME ORCHI, COME ORCHI COME ORCHI O COME OCCHI? COME OCCHI, COME OCCHI, PER GUARDARE E RIGUARDARE PER SCRUTARE E RISCRUTARE PERCEPIRE PERCEPIRE PERCEPIRE PER CAPIRE.
E SE DICO CAPIREI VUOLE DIRE CHE HO CAPITO
CAPIREI CAPIREI CAPI REI CAPI REI REI REI.
TUTTI I CAPI SONO REI.
IL MIO CAPO E' LA MIA TESTA LA MIA TESTA E' REA PUR ESSA E ESSA E' REA ESSA E' REA PER LA RESSA DELL'IDEA.
COME UN'ECO IN LONTANANZA SI RIODE QUELLA ISTANZA.
COME PORCI CON LA STORIA? RIA RIA
COME PORCI CON LA GLORIA? RIA RIA.
COME PORCI COME PORCI COME PORCI COME PORCI
SE FACCIAMO SOLO GLI ORCI!

Le parole degli artisti greci

Ieri sera, 24/07/2009 si sono esibiti nell'anfiteatro del parco Nazionale della Sila, gli artisti greci, che si sono dilettati nei distici improvvisati, le cosidette MANDINADHES.


Gli artisti erano tre:

  • Antonis Fragkakis- voce e lyra
  • Manolis Lagoudakis- voce e lyra
  • Manolis Skoumpakis- lauto.

Ecco la loro prima mandinadhas:
VI DO' IL BENVENUTO, L'ESPRESSIONE DI UN PROFONDO DESIDERIO E BISOGNO DI COMUNICARE.
SONO PARTICOLARMENTE CONTENTO DI QUESTA EDIZIONE E DI QUELLO CHE STA ACCADENDO IN QUESTI GIORNI, UNA CONTINUA SCOPERTA, UNA CONTINUA SPERIMENTAZIONE, UNA SFIDA E UNA AVVENTURA CHE VA OLTRE LE POSSIBILITA' DI TRADUZIONE E CHE ARRIVA DIREI FORSE DRITTO AL CUORE, NELL'INTENZIONE DI RAPPRESENTARE PROPRIO LA COMUNICAZIONE.
LE PERSONE DA RINGRAZIARE SAREBBERO TANTISSIME, PERO' STASERA IN PARTICOLARE VOGLIO DIRE GRAZIE A CHI CI OSPITA.
AL CENTRO VISITE DEL PARCO NAZIONALE DELLA SILA.
Iniziano poi a raccontare le loro storie....
sono davvero tutte bellissime, ma anche tante. Quindi inserisco quelle che secondo me sono le frasi più belle.
I tre artisti cantano in greco, quindi, lo staff di vis musicae ha messo a disposizione interpreti in modo da rendere comprensibili le loro parole. In particolare per questo caso i passaggi erano molti: l'artista greco cantava, la traduttrice era americana, quindi traduceva in inglese. A sua volta dunque c'era un'interprete che traduceva in italiano sia alla interprete LIS, sia alla stenografa (che ci ha fornito tra l'altro il materiale. Mariella La Rosa) che ha sottotitolato l'intera serata...

Ecco dunque le frasi più belle delle loro MANDINADHES:
EROTOCRITOS ERA IN PRIGIONE E IO STO PARLANDO CON TE, TU MI HAI CHIESTO DI DIRTI E TI DICO DOVE HO TROVATO L'AMORE PER TE.
SONO DUE MESI CHE IO SONO IN PRIGIONE E SONO TANTO FELICE DI INCONTRARTI.
HO INCONTRATO TANTI ANIMALI FEROCI E LI HO UCCISI E TUTTO DALLE MIE BRACCIA E' STATO UCCISO.
E LA MIA FEDE MI HA AIUTATO.
E SONO STATO SALVATO.
ERO MOLTO ASSETATO DURANTE LA GUERRA E MENTRE CERCAVO DI TROVARE QUALCOSA DA BERE E ALLA FINE HO TROVATO ACQUA IN UN POSTO MOLTO PICCOLO.
E L'HO BEVUTA E MI SONO RINFRESCATO.
HO CERCATO DI TROVARE UN PO' DI RIPOSO E HO SENTITO QUALCUNO SINGHIOZZARE E MI SONO ALZATO PER CERCARE DI TROVARE CHI STAVA SOFFRENDO.
SONO ANDATO NELLA FORESTA CHE ERA PROPRIO NELLE VICINANZE DOVE ERA L'ACQUA PER CERCARE QUESTA PERSONA CHE SOFFRIVA.
HO TROVATO UN UOMO MOLTO GIOVANE E BELLISSIMO.
ERA BELLO COME IL SOLE E I SUOI CAPELLI ERANO BIONDI COME IL SOLE ANCHE SE ERA QUASI MORTO, ERA COMUNQUE BELLISSIMO.
ERA TUTTO COPERTO DI SANGUE.
MI SONO AVVICINATO E GLI HO PARLATO E GLI HO DETTO: FRATELLO, CIAO.
COSA TI E' SUCCESSO? CHI TI HA FATTO DEL MALE? I SUOI OCCHI ERANO CHIUSI.
HA APERTO I SUOI OCCHI PERO' NON POTEVA PARLARE E TOCCO' LA SUA GOLA CON IL SUO DITO DOVE ERA FERITO.
COSI', IN MODO CHE IO LO POTESSI AIUTARE, CHIEDENDOMI AIUTO.
COSI' HO TROVATO LA FERITA SUL SUO PETTO.
SEMBRAVA UNA FERITA CAUSATA DALL'ATTACCO DI UNA BESTIA FEROCE.
IL VELENO ERA PENETRATO ORMAI NEL SUO CORPO.
HA TOLTO IL SUO ANELLO, HA SFILATO L'ANELLO DALLA SUA MANO.
SOSPIRO' E ME LO DIEDE E CON UNA VOCE FLEBILE, CHE SOLTANTO I MIEI OCCHI POTEVANO SENTIRE, LE SUE LABBRA DISSERO: TI HO PERDUTO ARETUSA.
E DISSE TUTTO QUESTO E POI MORI' E LA SUA ANIMA ANDO' VIA DAL SUO CORPO.

I TUOI OCCHI SONO COME UNA BOTTEGA DEL CAFFE' E LE TUE SOPRACCIGLIA COME UN BALCONE E SPERO CHE RIMANGANO APERTI TUTTI I GIORNI.
SPESSO I TUOI OCCHI PARLANO, GLI OCCHI PARLANO.
SPESSO GLI OCCHI PARLANO.
E DICONO QUELLO CHE NON DICONO LE LABBRA.
CHIUNQUE VEDA I TUOI OCCHI E BACI LE TUE LABBRA, CHIUNQUE VEDA I TUOI OCCHI E BACI LE TUE LABBRA VEDE IL MARE E IL TRAMONTO.
NON HO MAI VISTO LABBRA PIU' BELLE DELLE TUE.
NON MI IMPORTEREBBE DI MORIRE DOPO IL PRIMO BACIO.
IN UNA MANO TENGO IL COLTELLO E IN UN'ALTRA IL FUOCO







Opinioni dalla seconda serata di VIS MUSICAE

E giunge dalla Sila un altro comunicato:
ancora qualche impressione
da chi assiste alla manifestazione.
E questa volta c'è una chicca: si tratta dell'opinione
dei poeti ed artisti che han partecipato.
Godetevele.


I greci, gli italiani e i portoghesi.
Nella serata d’improvvisazione
fanno si che i versi loro siano compresi.
Con una nuova comunicazione.
Si abbattono frontiere tra i paesi.
Se devo proprio dare un opinione
è la serata più sperimentale.
Per rendere il linguaggio universale.
Donato De Acutis (artista dell'ottava rima)


Il suono è vibrazione in alto sale.
Unisce il gesto e pure la parola.
E pure se la lingua non è uguale
stasera pare che sia una sola.
Qualsiasi sia la comunicazione oggi vale
comunque il messaggio dritto vola
Sarà che sia poesia all’improvviso
lascia il ricordo nel cuore inciso.
Serena Salvatori


Sordi che ballano, uomini che suonano come strumenti…tradizione,. Innovazione, sperimentazione, calabresi, greci, portoghesi, libanesi, palestinesi che stupiscono e amicizie che nascono nella diversità…mi piace! Grazie
Paola Paggi

Impressioni, sensazioni ed emozioni da VIS MUSICAE

Nella prima serata della manifestazione l'emozione è stata davvero tanta...in molti si sono meravigliati della bellezza di questa "unione" tra udenti e sordi.
Ecco le opinioni:

Una bella emozione essere qui con tutti questi giovani. Si respira un clima prezioso e raro. L’anno prossimo venite anche voi.
Agostino

Giornata densa, piena di emozioni difficili da descrivere a parole…relatori poetici, artisti filosofi, interpreti danzanti, sottotitolatrice mitragliante, tirocinanti scatenati, sordi che ballano al ritmo del reggae, domani si può iniziare ad apprendere la lingua dei segni, o diventare batteria umana con le corde vocali e poi improvvisatori e studiosi a rimare per il Mediterraneo…
Paolo Scarnecchia

Bella serata ma poteva essere pubblicizzata un po’ di più per far arrivare molta più gente!!!
Nicolas

Bella serata , peccato per la poca gente. E ottima musica.
Cicialeo

Bellissima serata peccato che ce ne siano poche così.
Annalisa

Bellissima serata peccato per la poca gente. Jamu tutti a broduuuuuuuuuuuuuuuuuuu……Giuseppe

Suoni, mani che danzano, voci ed emozioni. Veniteeeeeeeeeeeeeeeeeee a sentire e vedere con noi le mani che cantano e la voce che risuona.
Donata

Integrazione iniziale ottima tra persone udenti e sorde.
Raffaella De Cicco

È la prima volta che partecipo a questo evento. Per ora non posso dire quali saranno i risultati di questa integrazione tra persone sorde e udenti ma l’impatto, per ora, è molto buono.
Maria Lucia Franchina (ragazza sorda)

È bellissimo, provo tante bellissime emozioni anche perché c’è la LIS e i sottotitoli… Servizio completo.. Probabilmente grazie a questo posso provare queste emozioni.
Antonio Bottari (ragazzo sordo)

Ieri sono arrivata qui con l’aereo, dopo mi hanno accompagnato. Pensavo che la calabria non fosse cosi bella e sono rimasta molto meravigliata da piante, montagne. Io sono l’unica artista sorda arrivata ieri e sono contenta di aver incontrato Paolo Scarnecchia, persona speciale. Ho parlato con lui senza interprete e sono rimasta meravigliata. Stamattina, mi hanno fatto vedere la Sila. Un posto bellissimo… Sono contenta che la LIS sia mostrata anche agli udenti in modo che sia conosciuta. È importante farla conoscere anche agli udenti e soprattutto capire cosa vuol dire il silenzio. Adesso è precoce dirlo, ma sicuramente l’integrazione sarà bellissima e piena di emozioni.
Lucia Daniele (poetessa sorda)

Nellamia vita non mi aspettavo questo evento. Paolo ha pensato di inserire musica e lis e ha detto che sotto i segni c’è musica. Gli udenti usano le parole e fanno musica. Ma anche i sordi lo fanno. È la prima volta che si organizza un evento con musica rap e interpreti. Sono stupita di come le interpreti riescono a fare vedere la musica. Domani vorrei vedere gli artisti sordi mostrare le loro impressioni.
Rosaria Giuranna (poetessa LIS)

Oggi su "Calabria Ora"


Donata Chiricò


La poesia è come il pane: semplice e sacra.

È un filo elettrico in grado di connetterci con l'infinito,

con la natura, con l'anima del mondo.

È come la preghiera dei mistici, senza più lingua di appartenenza,

senza marchi di religioni superiori, senza confini

Fuad Rifka, L’ultima parola sul pane, 2007

Tommaso Russo Cardona era un amico e un collega. Insegnava all’Università della Calabria ma oggi non è più con noi. Il cancro, questa malattia così “simbolica” ed inafferrabile, ce lo ha portato via. Determinato e fragile ha lottato come sapeva fare: amando e studiando. E così ci ha lasciato due libri con la precisa volontà che i suoi amici ci mettessero letteralmente le mani. Sapeva che non ce l’avrebbe fatta a vederli editati. Ma sapeva anche che, chi lo conosceva e gli voleva bene, non avrebbe lasciato che il suo lavoro non vedesse la luce. Sono libri che parlano di ciò che più di tutto fa del linguaggio quella forma di vita così speciale che esso è. Il primo racconta ed analizza quel particolare fenomeno linguistico e cognitivo che è l’ironia e il “rovesciamento discorsivo” che la caratterizza. Uscirà per Meltemi giusto domani. Ne ha curato l’edizione Grazia Basile. Il secondo libro parla di poesia. Uscirà entro l’anno. Racconta come sono fatte le poesie delle lingue verbali. Soprattutto, però, racconta come sono fatte e come funzionano le poesie in lingua dei segni e, in particolare, in lingua dei segni italiana (LIS). Del resto è proprio nel corso del lavoro di analisi e di glossa di una delle poesie della poetessa sorda Rosaria Giuranna che nasce il titolo: “Insensato tintinnio di mascelle”.

E’ noto che la poesia ha meno lettori e frequentatori dei romanzi. Figuriamoci quanti utenti può avere una poesia in lingua dei segni, ovvero in una lingua normalmente utilizzata dai sordi (e non da tutti i sordi), storicamente considerata una non lingua e, quindi, da sempre boicottata ed oltraggiata. Eppure la poesia in lingua dei segni esiste, come esistono poeti e poetesse sordi che le danno vita. E’ un pezzo di cultura “orale” e, quindi, carnale, in un mondo di comunicazione cosiddetta globale, ovvero senza corpo e senza voce. Dobbiamo ammettere che c’è un non so che di primitivo e pulsante nella poesia, forse anche di ingenuo. E questo è valido, ovviamente, anche per la poesia in lingua dei segni. Ogni poeta, tanto adoperando le mani e gli occhi (come succede nelle lingue segnate) quanto adoperando la voce e l’orecchio (come, al contrario, accade nelle lingue verbali) usa la lingua in un modo tutto speciale e mentre la usa la trasforma e la “performa” in qualcosa che tiene insieme il corpo e l’anima, l’istinto e la mente, le viscere e il cervello. Questo spiega o, almeno, suggerisce che la poesia è sempre fuori e dentro la lingua nella quale nasce. Figlia delle figlie di Babele, le capita spesso di affrancarsi dalle sue stesse origini e diventare linguaggio condiviso, puro suono, ritmo universalmente riconoscibile. Tommaso Russo Cardona ha studiato per anni le lingue dei segni e ne è rimasto affascinato perché gli sembrava che fossero un punto di vista privilegiato da cui approfondire temi che gli erano cari quali, ad esempio, il rapporto tra l’origine del linguaggio e le attività manipolative e strumentali. Quando ad un certo punto impatta nella poesia (conosce Rosaria e Giuseppe Giuranna nel 1995) cerca di capire in che cosa quell’arte fatta di segni si distinguesse da quella fatta di parole. Esplorando attentamente quella danza di mani che sta in ogni poesia in segni, Tommaso Russo Cardona ci ha insegnato che esiste una radice comune a segni e parole e che il registro poetico è “quello in cui le affinità tra lingue vocali e segnate sono più evidenti”. Più precisamente, egli ha dimostrato che in entrambi i casi “il testo poetico chiama in gioco una sua norma interna , una (anti)norma che prende le mosse per le sue deviazioni e innovazioni dalla norma tipica di altri registri e, più in generale, dei registri di uso comune. Questa (anti)norma nel suo lavoro di contrapposizione e ricostruzione di un tessuto linguistico si fonda sull’accentuazione creativa di alcune proprietà fondamentali delle lingue (…): l’equilibrio tra arbitrarietà e iconicità, la ridondanza, la contrapposizione tra lessico e grammatica, l’indeterminatezza”. Il libro si chiude con un richiamo a Vico ed all’ipotesi che la lingua poetica possa essere considerata la fonte comune della nostra facoltà di linguaggio. Immaginiamo che non dispiacerà al grande filosofo napoletano se insieme a lui ricordiamo Maria Zambrano quando scrive che “la poesia è la migliore amica della misericordia”.

PENSIERI DA VIS MUSICAE

Nella prima serata della manifestazione l'emozione è stata davvero tanta...in molti si sono meravigliati della bellezza di questa "unione" tra udenti e sordi.


Ecco cosa le opinioni::

Una bella emozione essere qui con tutti questi giovani. Si respira un clima prezioso e raro. L’anno prossimo venite anche voi.
Agostino

Giornata densa, piena di emozioni difficili da descrivere a parole…reltori poetici, artisti filosofi, interpreti danzanti, sottotitolatrice mitragliante, tirocinanti scatenati, sordi che ballano al ritmo del reggae, domani si può iniziare ad apprendere la lingua dei segni, o diventare batteria u mana con le corde vocali e poi improvvisatori e studiosi a rimare per il Mediterraneo…

Paolo Scarnecchia

Bella serata ma poteva essere pubblicizzata un po’ di più per far arrivare molta più gente!!!

Nicolas

Bella serata , peccato per la poca gente,e ottima musica.

Cicialeo

Bellissima serata peccato ce ne sono sempre poke di così. Annalisa

Bellissima serata pekkato per la poca gente jamu tutti a broduuuuuuuuuuuuuuuuuuu……

Giuseppe

Suoni, mani che danzano, voci ed emozioni. Veniteeeeeeeeeeeeeeeeeee a sentire e vedere con noi le mani che cantano e la voce che risuona.

Donata

Integrazione iniziale ottima tra persone udenti e sorde.

Raffaella De Cicco

È la prima volta che partecipa a questo evento. Questa integrazione tra persone sorde e udenti non so quali sono i risultati ma alla fine potro dirlo..ma l’impatto sia molto buono.

Maria Lucia Franchina (testimonianza ragazza sorda)

È bellissimo, provo tante bellissime situazioni anche perché c’è la lis e i sottotitoli…servizio completo..probabilmente grazie a questo posso provare queste emozioni.

Antonio Bottari (testimonianza ragazzo sordo)

Ieri sono arrivata qui con l’aereo, dopo mi hanno accompagnato. Pensavo che la Calabria non fosse cosi bella e sono rimasta molto meravigliata da piante, montagne. Io sono l’unica artista sorda arrivata ieri e sono contenta di aver incontrato Paolo Scarnecchia, persona speciale. Ho parlato con lui senza interprete e sono rimasta meravigliata. Stamattina, mi hanno fatto vedere la Sila in particolare un posto bellissimo…Quando sono arrivati tutti gli amici sordi e sapere che aveva organizzato Paolo mi ha colpito. Sono contenta che la lis sia mostrata anche agli udenti in modo che sia conosciuta. È importante è farla conoscere anche agli udenti e soprattutto capire cosa vuol dire il silenzio. Adesso è poco dirlo, ma sicuramente l’integrazione sarà bellissima e piena di emozioni.

Lucia Daniele (poetessa sorda)

Nella sua vita non si aspettava questo evento. Paolo ha pensato di inserire musica e lis e ha detto che sotto i segni c’è musica. Gli udenti usano le parole e fanno musica. Ma anche i sordi lo fanno. È la prima volta che si organizza un evento con musica rap e interpreti. Sono stupita di come le interpreti riescono a fare vedere la musica. Domani vorrei vedere gli artisti sordi mostrare le loro impressioni.

Rosaria Giuranna (poetessa lis)


Live questa sera....


Co'Sang è il nome di un duo napoletano di rappers, all'anagrafe Antonio Riccardi ('Ntò) e Luca Imprudente (O' Luchè). Crescono nel rione Marianella, ai confini con Scampia, quartieri testimoni di cruda realtà che i due MC's partenopei rappresentano grazie all'eloquente metrica dei loro versi in napoletano. Ne consegue che il loro stile si diversifica dalla massificazione mediatica e va a categorizzarsi sotto il genere "hardcore hip-hop". Inoltre, la loro è una presenza sporadica a livello di produzioni discografiche, ma massiccia per quanto riguarda i live.
Nascono artisticamente nella seconda metà degli anni 90 e le loro collaborazioni con artisti del calibro di Inoki ne testimoniano le loro indubbie capacità e il loro flow tutto partenopeo condiviso con altri personaggli del calibro di Lucariello e La Famiglia. La prima apparizione ufficiale del duo napoletano è, invece, risalente all'album della crew partenopea Clan Vesuvio "SpaccaNapoli".
Nel 2005 vede la luce il loro primo album, intitolato Chi More Pe' Mme, composto da 16 tracce che dipingono una Napoli attuale e senza compromessi. Le produzioni sono opera di O'Luchè, ma molte sono le co-produzioni e le partecipazioni: da O' Red del Clan Vesuvio a Lucariello, Fuossera, il rapper giamaicano 2Bad e il cantante reggae americano Elementree . A ottobre del 2006 la Universal Music ha deciso di occuparsi della distribuzione di Chi More Pe' Mme. Essere distribuiti da una major ha sicuramente garantito un notevole successo al duo, che ha ottenuto anche la copertina della rivista Rumore.
A' Vita Bona è, invece, il titolo del loro nuovissimo album, anticipato dal singolo "Nun sai nient'e me" con il featuring dei Fuossera, anche loro napoletani di Piscinola.

Ovviamente, siamo sicuri che Luca e Antonio non tradiranno le attese e che verremo deliziati dalla loro "poesia cruda", fatta di rime chiare e potenti, senza troppi giri di parole, specchio di una società che, come diceva Neffa in una sua famosissima canzone, sta ancora "aspettando il sole".

Primo step


primo giorno della manifestazione
23/07/2009
Inaugurazione – ore 18.00

Fabio De Chirico – Soprintendente Beni storici, artistici ed etnoantropologici della Calabria / MiBAC
José António Cabrita do Nascimento - Director Regional de Cultura do Alentejo (Portugal) / MC

Donata Chiricò, Daniele Gambarara, Rosaria Giuranna, Virginia Volterra
Segni che non si interrompono:con Tommaso Russo

Per farci un'idea sugli ospiti

Alien Dee e la Beatboxing

Sarà con noi ogni mattina alle ore 10.00 ed alle ore 20.00 del 26 Luglio, quando si esibirà con artisti del calibro di Kiave, Clementino e Hyst. Stiamo parlando di Alien Dee, uno dei maggiori esponenti di una delle discipline della cultura hip-hop forse meno conosciute ad un pubblico di larga scala: il beatboxing.

Disciplina nata agli inizi degli anni '80, il beatboxing nasce dapprima come strumento di improvvisazione che fa da supplemento alle rime improvvisate dai rappers. Successivamente, però, si afferma anche come disciplina a sé stante venendo considerata presto come la quinta disciplina dell'hip-hop (dopo il writing, il rap, il djing e la breakdance). Consiste nella riproduzione vocale di una serie di strumenti in successione con il fine di realizzare una vera e propria base musicale con il solo ausilio dell'apparato fonatorio.

Sottolineiamo ancora una volta come gli States siano stati il paese pioniere di quest'arte. Negli anni '80 Doug E. Fresh fu uno dei primi ad affermarsi a livello internazionale con la creazione dell'etichetta Beat Street. Attualmente il re indiscusso di questa disciplina è Rahzel, meglio conosciuto come The Godfather of Noise.

E in Italia?In questo momento i migliori beatboxers sono Dhap, che vive a parma ma è nato a Crotone, ed il nostro ospite, Alien Dee. Siciliano di nascita, special guest alla prima World Human Beatbox Convention a Londra nel 2003, Davide Di Paola è conosciuto nella scena mondiale come uno degli innovatori del beatbox sia per tecniche che per originalità. E' il vero e proprio musicista del beatboxing!!!7 anni di esperienze on stage e in studio, innumerevoli show sui palchi italiani ed internazionali.

Ideatore del primo vinile per “scratch djs” interamente concepito col solo utilizzo di un microfono, 3Dee Battle Breakz. Attualmente è in studio per la registrazione di “Taken”, un concept album che sarà la pura espressione musicale del beatbox.

E allora, non ci resta altro che seguirlo ed ascoltare dal vivo la sua arte. Vis Musicae regalerà al pubblico calabrese una delle espressioni più eccellenti di una disciplina che, seppur lentamente, sta facendosi apprezzare anche nel territorio italiano.

ecco un pezzo....per farvi ascoltare la sua grandiosità

"La musica è rivelazione più alta di ogni saggezza di ogni filosofia''

Ludwing van Beethoven

I missionari sordi predicano il Vangelo in Lingua dei Segni

«Mi sento solo uno strumento del disegno di Dio»- sono queste le parole quasi sussurrate, con voce sommessa da padre Thomas Mc Coughlin, sordo fin dalla nascita dedito da oltre 30 anni all’evangelizzazione e all’apostolato dei sordi nelle diocesi di Honolulu, Denver e San Francisco.Dalla sua esperienza e dalla sua tenacia è nata un’avventura che, sotto il nome di “Domenicani missionari per l’apostolato dei sordi”, raccoglie una comunità di sacerdoti e religiosi sordi, ed opera negli Usa per l’apostolato delle persone sorde.Un modo, ad oggi unico nel suo genere, di far vivere la spiritualità domenicana anche a chi non ha l’udito, che aiuta a penetrare il muro del silenzio e ad edificare così su un terreno fertile di spiritualità, attraverso il rispetto della Regola di Sant’Agostino e della predicazione del Vangelo per mezzo della lingua dei segni.

Quella istituita da padre Mc Coughlin è un’iniziativa a favore dei sordi capace di abbattere pregiudizi e barriere comunicative; iniziativa fervidamente sostenuta dall’allora unico presule statunitense capace di usare la lingua dei segni, Joseph Ferrario, dai domenicani di Denver, e dal cardinale William Joseph Levada.