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La Dott.ssa Mendicino, interprete lis, segna l'invito del Corso di Laurea in Comunicazione e Dams a Vis Musicae 2009
Ho iniziato a pensare al programma di Vis Musicae del 2009 con due idee nella testa che volteggiavano su tutte le altre: il freestyle e la lingua dei segni. Da una parte volevo approfondire le forme di improvvisazione verbale della cultura hip hop e dall’altra volevo inserire una lingua che mi ha sempre incuriosito e affascinato, ma della quale non sapevo praticamente nulla. Ho cercato nell’una e nell’altra direzione e grazie anche all’incontro con alcune persone straordinarie, ho scoperto molte cose interessanti. Del primo che non esistevano soltanto scambi di insulti gratuiti, ma che le battaglie in rima potevano raggiungere livelli espressivi molto intensi e stimolanti, e della seconda che era una lingua con un bagaglio poetico tutto da scoprire.
Ho sentito il bisogno di rileggere Vedere voci di Oliver Sacks e di sviluppare e ampliare i contatti con il mondo accademico e quello artistico per sviluppare questo dialogo che si moltiplicherà durante l’ottava edizione di Vis Musicae.
Non so perché la lingua dei segni mi emoziona. Forse è perché nella sua fisicità c’è qualcosa di profondamente e misteriosamente musicale, o forse perché sprigiona una energia che sembra alla radice del bisogno e dell’istinto umano di comunicare. Ascoltando una conferenza di Amir Zuccalà mi è sembrato che nella citazione che segue (spero di averla trascritta correttamente) ne fosse racchiusa l’essenza:
“Le lingue dei segni mostrano quello che gli esseri umani possono fare se non sentono la lingua parlata, e mostrano quello che i segnanti posso fare anche quando sentono la lingua parlata: costruiscono e utilizzano il linguaggio. Lottiamo per creare significato in tutte le forme possibili. Esprimere è divino.” (Padden e Humphries 2005).
Leggendo Tommaso Russo e Virginia Volterra, mi sono reso conto che la poesia in lingua dei segni è paragonabile, nella sua essenza, alla poesia orale, e che dunque l’intuizione di accostarla ad altre forme linguisticamente differenti è più che plausibile. Sulla base dunque di precedenti esperienze di ideazione e cura di eventi internazionali dedicati al canto della poesia estemporanea (Orestiadi di Gibellina nel 2000, la terza edizione di Vis Musicae del 2004, e la collaborazione con alcune manifestazioni in Spagna, Francia e Portogallo) ho cercato di mettere una a fianco all’altra espressioni artistiche che hanno come comune denominatore la creatività verbale. È un gioco che coinvolge diverse lingue. Non solo l’italiano, la LIS (lingua dei segni italiana), ma anche il portoghese, il greco, il basco, e non ultimi i dialetti. Il pubblico vi prenderà parte – spero ci siano anche molti giovani – e per comunicare meglio avremo tutti bisogno di traduttori e anche di sottotitoli. E per quello che non si potrà tradurre ci affideremo all’intuizione, che per fortuna va oltre il significato letterale delle parole con le quali giocheremo.
Una performance di improvvisazione poetica è emozionante e divertente. Nelle forme della tradizione orale vive il respiro storico delle lingue, e in quelle cosmopolite della cultura urbana, ribolle il magma del presente. Dall’attrito del loro confronto sprizzano scintille, che per un istante ci faranno intravedere il lato poetico della vita.
Prepariamoci, anche perché suggerendo agli improvvisatori temi e spunti interessanti, saremo anche noi artefici dell’evento.
Paolo Scarnecchia, direttore artistico
Art of words
Over the years Vis Musicae has built links between many National and International Institutions gathering a very important human artistic scientific potential, offering in addition an important opportunity for cultural growth in Calabria thanks to the involvement of the entire sustainability commitments of Catanzaro, that shared the project with other important local institutions for improving the project.
From the beginning Vis Musicae involved in his structure musical events in according to the lifelong learning programm i.e. promoting workshop seminary tasting tours in order to facilitate the learning process, promoting research, taking care of knowledge and desire for discovering. For this reason, the 8th edition of Vis Musicae—European Year of Creativity and Innovation-- is dedicated to the art of words, art of telling something, the art of word includes different languages or identities where the music is also involved. Music as the most important aspect of our Mediterranean culture as a land where different people and languages are supposed to play and to compare themselves. Starting from improvised poetry and music’s immaterial patrimony we reach the freestyle-hip-pop music through a cultural comparison thanks to the emphasis on interdisciplinary cooperation between artists coming from around the Europe( Portugal Greece Spain Italy).The most important innovation of this year regards the language of signes, i.e. Silent poetry: deafness, sign, hearing trough the visual culture.This kind of poetry doesn’t include written aspects . The communication's meaning by the language of signes is taught trough a different sensory channel, using facial and expressiveness gestures—like rap music—where there is something that reaches the poetic language’s source. The difficulty of translation, decoding such different verbal and cultural signes , should be taken like a challenge. In addition we have to say that verbal creation doesn’t know frontiers, thanks to the cooperation of translators and sub-titles.The spectators will be themselves the leading actors of the event and on the other hand the poets are looking forward to the arguments, in order to realize the subject to play with.
Maria Garcea
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