Non consoscevo vis musicae, ma adesso credo che verrò anche il prossimo anno.
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Ecco l'intervista che la redazione pone a Daniel Jones.
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I greci, gli italiani e i portoghesi.
Nella serata d’improvvisazione
fanno si che i versi loro siano compresi.
Con una nuova comunicazione.
Si abbattono frontiere tra i paesi.
Se devo proprio dare un opinione
è la serata più sperimentale.
Per rendere il linguaggio universale.
Donato De Acutis (artista dell'ottava rima)
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Tra le performance di oggi, nel programma di Vis Musicae troviamo quella di Donato De Acutis e Giampiero Giamogante con "POETAR CANTANDO" (contrasti in ottava rima)...per chi non ha la fortuna di seguire dal vivo la manifestazione penso sia utile capire un pò meglio di cosa si tratta!
"Il Contrasto é un tipo di duello verbale cantato, improvvisato, eseguito durante feste ed eventi. Diffusi oggi nelle regioni dell'Italia Centrale, in Toscana, Lazio e Abruzzo, i Contrasti vengono eseguiti da coppie di artisti, chiamati Poeti Bernescanti, o Poeti a Braccio, o anche Poeti in Ottava. Questi artisti sono in genere uomini, ma ci sono tra di loro anche alcune donne. Nel Contrasto i poeti attaccano e difendono, a turno, due personaggi o idee, tentando di dimostrare la superioritá dell'uno e inferioritá dell'altro. Le performance sono pubbliche, eseguite in genere durante eventi locali, incluse feste dell'Unitá o di Liberazione, e piu' raramente feste parrocchiali. I temi, cioé gli argomenti discussi, vengono scelti dal pubblico. In un Contrasto si puó discutere in pratica su qualsiasi cosa, sempre che si tratti di due concetti. Inoltre, se il pubblico non offre un tema, i poeti a volte si divertono semplicemente ad attaccarsi ed insultarsi tra di loro."
Questo vuole in genere la tradizione dei contrasti in ottava rima, questa sera certamente l'atmosfera seguirà lo stile e lo scopo di Vis Musicae...e a noi che non siamo li...non ci resta che aspettare che ci raccontino nei prossimi giorni le emozioni di questa serata!
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Il 24/07/2009 alle 20 e 30 vari artisti hanno presentato la loro "arte"
PAREA KANEI STOGUALO TO KUMA ME TO BRACO
AC! POS EMEOUMHSA TH EUNTROFIA SOUNA CW
At the sea shore the wave is incompany with the rock .
Ah! How I desidered to be with you
Vicino al mare in compagnia di una roccia.
Ah come desidererei di essere con te
TREIS KOMENIES TNWRISAME STHILLA TH MARIA
EKEI POU AMOLAMBANAME TRIA MPURAKIA KPUA
Three girls we met at villa maria
As we were enjoying three cold beers
Abbiamo incontrato tre ragazze a Villa Maria
Mentre noi stavamo bevendo tre fredde birre
EA MENISSES EKATSEANE NA PIOUN AP TSI CUMOUE MAK
KAI HTANE PANEMOEFES KAIPHRANE TO NOU MAS
They like bees to drink from our juices
They were so beautiful, they took our mind
Loro ci ispirano come I fiori degli alberi con la loro dolcezza
Loro sono davvero carine e hanno catturato la nostra mente.
eukaristo
Thanks
Grazie
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La professoressa Jole Romano ha scritto una bellissima poesia dedicata ai sordi, in essa si tende a risaltare l’importanza della loro lingua, la LIS, una lingua che come scritto nella poesia si esprime con le mani, e con le mani si esprimono pensieri , sentimenti ed emozioni!
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A COSA SERVE? Essa viene utilizzata per comunicare nomi propri (geografici o di persona), nomi non conosciuti e parole di lingue estere.
E' da evidenziare che variano da paese a paese e si modificano nel tempo.In Italia era diffuso, fino a circa 20 anni fa, un alfabeto manuale noto anche agli udenti, mentre oggi i sordi italiani utilizzano un nuovo alfabeto manuale, molto simile all'alfabeto manuale internazionale. Questo viene sempre eseguito con una sola mano all'altezza del collo del segnante.
Vi mostro le differenze che ci sono tra entrambi gli alfabeti, del passato e quello odierno
PRIMA ERA COSì ......
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“LA VOCE NON TRATTIENE CHE QUELLO CHE L’ORECCHIO NON SENTE”
"Ed era quasi una fanciulla,
emersa da quell'unica felice unione di canto e lira
e si preparò un letto nel mio orecchio."
-Reiner Maria Rilke-
L' orecchio è l'organo del linguaggio verbale. Sostiene Tomatis: "Senza orecchio niente canto e niente linguaggio".
"Ogni individuo alla nascita ha la capacita' di sentire tutte le frequenze comprese tra i 20 hz e i 20 mila hz . sostiene Tomatis .. Inconsciamente, a poco a poco, inizia a filtrare i suoni che gli arrivano, a sviluppare la sua sensibilita' alle frequenze e ai ritmi della lingua materna e a bloccare la sua percezione alle altre frequenze".
Ogni lingua concentra i suoni principali in una zona di frequenze specifiche. Allo stesso modo variano anche i parametri legati al suono, come il ritmo e il tempo medio di emissione delle sillabe. Da queste differenze deriva secondoTomatis la difficolta' per un individuo di riconoscere e riprodurre perfettamente i suoni di una lingua diversa dalla sua.
Il modo in cui percepiamo i suoni è il modo in cui i suoni verranno successivamente emessi.
Nel caso dei cantanti con problemi di voce, il problema di avrà all'origine un problema minore d'ascolto.
Una volta tappate le orecchie al tenore
lasciò filtrare solo alcune frequenze.
Immediatamente la voce del cantante ruppe in rantolo:
una volta bloccate le frequenze
erano sparite dalla sua voce.
"Se modifichiamo l’ascolto, la voce cambia immediatamente e inconsciamente. Se l’ascolto si modifica, immediatamente e inconsciamente si modifica anche la voce."
-Marchetti Antonio-
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Ho pensato che in virtù della manifestazione vismusicae09
anche noi potremmo attribuirci un “segno-nome”;
io avevo pensato a FARFALLA VERDE
perchè vorrei essere la rappresentazione di una farfalla,
libera di volare, di non avere confini e di godersi
ogni giorno come se fosse l'ultimo!
Altra ragione è che adoro il colore verde, il colore dei miei occhi
ed il colore appunto della farfalla che ho tatuato sul mio corpo!
Sarebbe carino se ognuno di noi continuasse a crearsi
il proprio segno nome e spiegarne la ragione
del perchè l'ha scelto...
Maria Laura
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Artista portoghese che parla inglese per fare la sua musica.
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Due poesie in rima da Tommaso Binga...artista (DONNA) qui a vis musicae.
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Ieri sera, 24/07/2009 si sono esibiti nell'anfiteatro del parco Nazionale della Sila, gli artisti greci, che si sono dilettati nei distici improvvisati, le cosidette MANDINADHES.
Gli artisti erano tre:
- Antonis Fragkakis- voce e lyra
- Manolis Lagoudakis- voce e lyra
- Manolis Skoumpakis- lauto.
Ecco la loro prima mandinadhas:
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I greci, gli italiani e i portoghesi.
Nella serata d’improvvisazione
fanno si che i versi loro siano compresi.
Con una nuova comunicazione.
Si abbattono frontiere tra i paesi.
Se devo proprio dare un opinione
è la serata più sperimentale.
Per rendere il linguaggio universale.
Donato De Acutis (artista dell'ottava rima)
Il suono è vibrazione in alto sale.
Unisce il gesto e pure la parola.
E pure se la lingua non è uguale
stasera pare che sia una sola.
Qualsiasi sia la comunicazione oggi vale
comunque il messaggio dritto vola
Sarà che sia poesia all’improvviso
lascia il ricordo nel cuore inciso.
Serena Salvatori
Sordi che ballano, uomini che suonano come strumenti…tradizione,. Innovazione, sperimentazione, calabresi, greci, portoghesi, libanesi, palestinesi che stupiscono e amicizie che nascono nella diversità…mi piace! Grazie
Paola Paggi
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Una bella emozione essere qui con tutti questi giovani. Si respira un clima prezioso e raro. L’anno prossimo venite anche voi.
Giornata densa, piena di emozioni difficili da descrivere a parole…relatori poetici, artisti filosofi, interpreti danzanti, sottotitolatrice mitragliante, tirocinanti scatenati, sordi che ballano al ritmo del reggae, domani si può iniziare ad apprendere la lingua dei segni, o diventare batteria umana con le corde vocali e poi improvvisatori e studiosi a rimare per il Mediterraneo…
Bella serata ma poteva essere pubblicizzata un po’ di più per far arrivare molta più gente!!!
Bella serata , peccato per la poca gente. E ottima musica.
Bellissima serata peccato che ce ne siano poche così.
Bellissima serata peccato per la poca gente. Jamu tutti a broduuuuuuuuuuuuuuuuuuu……Giuseppe
Suoni, mani che danzano, voci ed emozioni. Veniteeeeeeeeeeeeeeeeeee a sentire e vedere con noi le mani che cantano e la voce che risuona.
Integrazione iniziale ottima tra persone udenti e sorde.
È la prima volta che partecipo a questo evento. Per ora non posso dire quali saranno i risultati di questa integrazione tra persone sorde e udenti ma l’impatto, per ora, è molto buono.
È bellissimo, provo tante bellissime emozioni anche perché c’è la LIS e i sottotitoli… Servizio completo.. Probabilmente grazie a questo posso provare queste emozioni.
Ieri sono arrivata qui con l’aereo, dopo mi hanno accompagnato. Pensavo che la calabria non fosse cosi bella e sono rimasta molto meravigliata da piante, montagne. Io sono l’unica artista sorda arrivata ieri e sono contenta di aver incontrato Paolo Scarnecchia, persona speciale. Ho parlato con lui senza interprete e sono rimasta meravigliata. Stamattina, mi hanno fatto vedere la Sila. Un posto bellissimo… Sono contenta che la LIS sia mostrata anche agli udenti in modo che sia conosciuta. È importante farla conoscere anche agli udenti e soprattutto capire cosa vuol dire il silenzio. Adesso è precoce dirlo, ma sicuramente l’integrazione sarà bellissima e piena di emozioni.
Nellamia vita non mi aspettavo questo evento. Paolo ha pensato di inserire musica e lis e ha detto che sotto i segni c’è musica. Gli udenti usano le parole e fanno musica. Ma anche i sordi lo fanno. È la prima volta che si organizza un evento con musica rap e interpreti. Sono stupita di come le interpreti riescono a fare vedere la musica. Domani vorrei vedere gli artisti sordi mostrare le loro impressioni.
Donata Chiricò
La poesia è come il pane: semplice e sacra.
È un filo elettrico in grado di connetterci con l'infinito,
con la natura, con l'anima del mondo.
È come la preghiera dei mistici, senza più lingua di appartenenza,
senza marchi di religioni superiori, senza confini
Fuad Rifka, L’ultima parola sul pane, 2007
Tommaso Russo Cardona era un amico e un collega. Insegnava all’Università della Calabria ma oggi non è più con noi. Il cancro, questa malattia così “simbolica” ed inafferrabile, ce lo ha portato via. Determinato e fragile ha lottato come sapeva fare: amando e studiando. E così ci ha lasciato due libri con la precisa volontà che i suoi amici ci mettessero letteralmente le mani. Sapeva che non ce l’avrebbe fatta a vederli editati. Ma sapeva anche che, chi lo conosceva e gli voleva bene, non avrebbe lasciato che il suo lavoro non vedesse la luce. Sono libri che parlano di ciò che più di tutto fa del linguaggio quella forma di vita così speciale che esso è. Il primo racconta ed analizza quel particolare fenomeno linguistico e cognitivo che è l’ironia e il “rovesciamento discorsivo” che la caratterizza. Uscirà per Meltemi giusto domani. Ne ha curato l’edizione Grazia Basile. Il secondo libro parla di poesia. Uscirà entro l’anno. Racconta come sono fatte le poesie delle lingue verbali. Soprattutto, però, racconta come sono fatte e come funzionano le poesie in lingua dei segni e, in particolare, in lingua dei segni italiana (LIS). Del resto è proprio nel corso del lavoro di analisi e di glossa di una delle poesie della poetessa sorda Rosaria Giuranna che nasce il titolo: “Insensato tintinnio di mascelle”.
E’ noto che la poesia ha meno lettori e frequentatori dei romanzi. Figuriamoci quanti utenti può avere una poesia in lingua dei segni, ovvero in una lingua normalmente utilizzata dai sordi (e non da tutti i sordi), storicamente considerata una non lingua e, quindi, da sempre boicottata ed oltraggiata. Eppure la poesia in lingua dei segni esiste, come esistono poeti e poetesse sordi che le danno vita. E’ un pezzo di cultura “orale” e, quindi, carnale, in un mondo di comunicazione cosiddetta globale, ovvero senza corpo e senza voce. Dobbiamo ammettere che c’è un non so che di primitivo e pulsante nella poesia, forse anche di ingenuo. E questo è valido, ovviamente, anche per la poesia in lingua dei segni. Ogni poeta, tanto adoperando le mani e gli occhi (come succede nelle lingue segnate) quanto adoperando la voce e l’orecchio (come, al contrario, accade nelle lingue verbali) usa la lingua in un modo tutto speciale e mentre la usa la trasforma e la “performa” in qualcosa che tiene insieme il corpo e l’anima, l’istinto e la mente, le viscere e il cervello. Questo spiega o, almeno, suggerisce che la poesia è sempre fuori e dentro la lingua nella quale nasce. Figlia delle figlie di Babele, le capita spesso di affrancarsi dalle sue stesse origini e diventare linguaggio condiviso, puro suono, ritmo universalmente riconoscibile. Tommaso Russo Cardona ha studiato per anni le lingue dei segni e ne è rimasto affascinato perché gli sembrava che fossero un punto di vista privilegiato da cui approfondire temi che gli erano cari quali, ad esempio, il rapporto tra l’origine del linguaggio e le attività manipolative e strumentali. Quando ad un certo punto impatta nella poesia (conosce Rosaria e Giuseppe Giuranna nel 1995) cerca di capire in che cosa quell’arte fatta di segni si distinguesse da quella fatta di parole. Esplorando attentamente quella danza di mani che sta in ogni poesia in segni, Tommaso Russo Cardona ci ha insegnato che esiste una radice comune a segni e parole e che il registro poetico è “quello in cui le affinità tra lingue vocali e segnate sono più evidenti”. Più precisamente, egli ha dimostrato che in entrambi i casi “il testo poetico chiama in gioco una sua norma interna , una (anti)norma che prende le mosse per le sue deviazioni e innovazioni dalla norma tipica di altri registri e, più in generale, dei registri di uso comune. Questa (anti)norma nel suo lavoro di contrapposizione e ricostruzione di un tessuto linguistico si fonda sull’accentuazione creativa di alcune proprietà fondamentali delle lingue (…): l’equilibrio tra arbitrarietà e iconicità, la ridondanza, la contrapposizione tra lessico e grammatica, l’indeterminatezza”. Il libro si chiude con un richiamo a Vico ed all’ipotesi che la lingua poetica possa essere considerata la fonte comune della nostra facoltà di linguaggio. Immaginiamo che non dispiacerà al grande filosofo napoletano se insieme a lui ricordiamo Maria Zambrano quando scrive che “la poesia è la migliore amica della misericordia”.