I missionari sordi predicano il Vangelo in Lingua dei Segni

«Mi sento solo uno strumento del disegno di Dio»- sono queste le parole quasi sussurrate, con voce sommessa da padre Thomas Mc Coughlin, sordo fin dalla nascita dedito da oltre 30 anni all’evangelizzazione e all’apostolato dei sordi nelle diocesi di Honolulu, Denver e San Francisco.Dalla sua esperienza e dalla sua tenacia è nata un’avventura che, sotto il nome di “Domenicani missionari per l’apostolato dei sordi”, raccoglie una comunità di sacerdoti e religiosi sordi, ed opera negli Usa per l’apostolato delle persone sorde.Un modo, ad oggi unico nel suo genere, di far vivere la spiritualità domenicana anche a chi non ha l’udito, che aiuta a penetrare il muro del silenzio e ad edificare così su un terreno fertile di spiritualità, attraverso il rispetto della Regola di Sant’Agostino e della predicazione del Vangelo per mezzo della lingua dei segni.

Quella istituita da padre Mc Coughlin è un’iniziativa a favore dei sordi capace di abbattere pregiudizi e barriere comunicative; iniziativa fervidamente sostenuta dall’allora unico presule statunitense capace di usare la lingua dei segni, Joseph Ferrario, dai domenicani di Denver, e dal cardinale William Joseph Levada.

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