Alcuni udenti concludono erroneamente che la lingua dei segni sia una complessa forma di pantomima. È stata perfino definita un linguaggio figurale. Per quanto la lingua dei segni impieghi in modo efficace il viso, il corpo, le mani e lo spazio circostante, la maggior parte dei segni hanno poca o nessuna somiglianza con i pensieri che esprimono. Nella lingua americana dei segni, per esempio, il segno che rende l’idea di “fare” viene eseguito con entrambe le mani chiuse a pugno, con un pugno sopra l’altro, compiendo un movimento rotatorio. Pur essendo comune, questo segno non descrive in modo chiaro il suo significato a un non segnante. Nella lingua russa dei segni (RLS) il segno che rappresenta il concetto di “avere bisogno” viene eseguito usando le due mani, con il pollice che tocca l’anulare e descrivendo un movimento circolare parallelo. Per molti concetti astratti non è possibile avere una somiglianza figurale. Fanno eccezione i segni per cose concrete che possono essere descrittivi, come i segni per “casa” o “neonato”.
Un’altra caratteristica di una lingua è l’uso di un vocabolario strutturato accettato da una comunità. Le lingue dei segni possiedono questa struttura grammaticale. Per esempio, in una frase in ASL quello che potremmo chiamare il “soggetto” in genere viene espresso prima, seguito da un commento al riguardo. Un aspetto fondamentale di molte lingue dei segni è anche quello di mettere le cose in ordine di tempo.
Inoltre molte espressioni facciali assolvono funzioni grammaticali come distinguere una domanda da un comando, una proposizione condizionale o una semplice dichiarazione. La natura visiva della lingua dei segni ha permesso di sviluppare queste e molte altre caratteristiche uniche.
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