Sarete molto sorpresi di vedere questo autore di persona. Infatti in realtà si tratta di un' autrice.
Decide nel 1970, anno del suo esordio, di presentarsi con un nome maschile, appunto Tommaso Binga, in segno di protesta: il suo obiettivo è infatti quello di dimostrare che nel campo artistico l'uomo è sempre avvantaggiato rispetto alla donna, che veniva tra l'altro inizialmente anche discriminata artisticamente.
Dimostra quindi con la sua scelta che l'artista non è ne uomo ne donna, ma semplicemente è una persona.
Si occupa tanto di scrittura, quanto di pittura, sempre però utilizzando come tecnica l'ironia.
Esempio eclatante della messa in oepra della sua tecnica è questa poesia:
Il FINITO, di Tomaso Binga
Sempre odiata mi fu quest'erta vallEE quella rete, che da picciol pontE
Del primero orizzonte il guardo includE
Ma in piedi stando sine mirare i limitatI
Spalti al di qua di questa, e subumanI
Rumori, e altissimi fragorI
Io nel mio corpo sento: ove per troppO
La trippa s'impavida. Come interventO
Vado a dormir tra quelle rampe, io questO
Finito frastuono a colui che docE
Vo disgiungendo e non ricordo il finitO
E le vive stazioni e il passatO
E viro sull'afonia di lei. Così tra quellA
Esiguità si salva il corpo miO
E il sopravolar m'allappa in quell'amarO.
0 commenti:
Posta un commento